Coach Luca Silvestri fa il punto sui suoi under 18 d’eccellenza.
“Dopo quasi 2 settimane di “pausa giornalistica” in cui abbiamo disputato ben 4 partite riprendo il filo del discorso. Come detto 4 partite, Muggia, CBU, Feletto e Azzurra Trieste. Quattro incontri di cui non pubblico i risultati o i tabellini perchè lo ritengo superficiale. Lo facessi scriverei di 4 incontri giocati e persi contro squadre più forti e attrezzate di noi e oggi forse anche più motivate. Avendolo già fatto per mesi preferisco scrivere di altro. Preferisco pensare alla strada fin qui percorsa da questo gruppo e come doveroso provo a fare un punto della situazione prima di affrontare una seconda fase che sarà sicuramente di stimolo per tutti. Dire che sono state tutte partite faticose e difficili da interpretare è riduttivo; forse è più semplice pensare ad un’asticella troppo alta per noi dove spesso ci siamo andati a sbattere coi denti. Siamo caduti tante, forse troppe volte, ma la cosa più importante è che ci siamo sempre rialzati e siamo ritornati in palestra per riprovare quel salto. Se pensiamo solo ai risultati sportivi (leggasi vittorie) la stagione si può facilmente definire fallimentare ma ciò non mi è mai passato per la mente. In ogni allenamento, ogni partita mi sono imposto di pensare alla crescita fisica, psicologica e anche umana dei miei giocatori e su questo sono assolutamente soddisfatto. La mia squadra è cresciuta sotto questi aspetti e anche se non abbiamo collezionato tanti referti positivi siamo consapevoli di quanto fatto e ne dobbiamo andare fieri. Sono certo che oggi siamo più pronti e allenati ad affrontare un finale punto a punto, un avversario più grosso e forte ma sopratutto siamo più bravi a riconoscere il valore di una vittoria e a dare il giusto peso ad una sconfitta. Possono questi sembrare aspetti banali ma non per me; sono alla base dell’attività sportiva a tutti i livelli, sopratutto di quella fatta coi giovani. Troppe volte si rincorre la vittoria quale meta finale ma ci si dimentica del tragitto obbligato per raggiungerla; ogni intoppo o rallentamento viene vissuto con ansia e agitazione e questo non fa altro che diminuire le chance di raggiungerla. I ragazzi sanno che per noi la vittoria è una conseguenza del lavoro che facciamo e non sarà mai una vittoria o una sconfitta a farmi arrabbiare o a farmi cambiare il giudizio su di loro. Quello a cui invece sono obbligati a rispondere presente è il lavoro quotidiano e l’atteggiamento nel percorrere la strada di avvicinamento e su questo la mia esigenza è e sarà sempre altissima. Questa è senza dubbio la via più difficile e lunga ma l’unica che ci può dare delle soddisfazioni vere”.
Ufficio Stampa